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Assegno bancario non trasferibile e responsabilità della banca negoziatrice

10/12/2024 Valentina Bruno

La recente Ordinanza n. 25888 del 29 settembre 2024 della Corte di Cassazione, Sezione Prima, offre un interessante spunto di riflessione in tema di responsabilità della Banca negoziatrice nel pagamento di assegni non trasferibili.

La decisione si inserisce in un ambito cruciale per il diritto bancario e il sistema dei titoli di credito, chiarendo i presupposti e i limiti della responsabilità dell'istituto di credito.

La Corte è stata chiamata a pronunciarsi sulla responsabilità della Banca negoziatrice in caso di pagamento di un assegno bancario non trasferibile a un soggetto non legittimato.
In particolare, si è posta l'attenzione sul grado di diligenza richiesto all'istituto di credito nell'identificazione del prenditore e sulla possibilità per la Banca di sottrarsi alla responsabilità contrattuale fornendo adeguata prova liberatoria.

Con l'Ordinanza in esame, la Corte ha messo in luce i seguenti aspetti:
1.    Responsabilità contrattuale: la responsabilità della Banca negoziatrice per il pagamento di un assegno non trasferibile a un soggetto non legittimato, disciplinata dall'art. 43, comma 2, del r.d. n. 1736 del 1933, ha natura contrattuale. Ciò implica che l'istituto è tenuto a rispettare specifici obblighi di diligenza nell'ambito del rapporto con il cliente.
2.    Prova liberatoria: atteso che la responsabilità ha natura contrattuale, la Banca può fornire prova liberatoria dimostrando che l'erronea identificazione del prenditore non è alla stessa imputabile. Tale onere probatorio è volto a escludere una responsabilità meramente oggettiva dell'istituto di credito.
3.    Diligenza professionale: la diligenza richiesta alla Banca deve essere valutata secondo i criteri dell'art. 1176, comma 2, c.c., che tiene conto della natura professionale dell'attività esercitata. In tal senso, l'istituto deve dimostrare di aver adottato tutte le cautele che, in base agli standard professionali, sono esigibili da un operatore qualificato nel settore bancario.

Implicazioni pratiche

Questa pronuncia rafforza l'importanza di un'attenta gestione del rischio operativo da parte delle Banche, sottolineando che l'identificazione del prenditore non può essere condotta in modo superficiale o standardizzato. Tuttavia, la possibilità di fornire prova liberatoria rappresenta un elemento di bilanciamento, evitando che la responsabilità si trasformi in un onere oggettivo e ineludibile per l'istituto.
Per i clienti e le imprese, questo intervento conferma l'importanza di collaborare con istituti di credito affidabili, capaci di garantire un elevato livello di attenzione nella gestione delle operazioni bancarie.